venerdì 25 febbraio 2011

dal 24 febbraio, serata calda di vernissage


Gianluca di Pasquale, Celie 3, olio su tela, 50 x 40 cm. 2010. Monica De Cardenas



Martina della Valle, Blu, fotografie di origami. Artopia



Martina della Valle, Blu, installazione di origami su carta cianografica blu. Artopia


In realtà ho anche visto la mostra da Cardi BB, ma ho trovato inutile documentare, un po' per la qualità, un po' per l'ambiente mediocre da paparazzi-impellicciate rifatte-buttafuori all'ingresso.
Dalla De Cardenas sono rimasta un po' basita per il fritto servito, cioè sembrava ottimo eh, ma in una galleria d'arte sentire il puzzo di fritto tra le sale con relative mani unte e bisunte dei presenti.. è un tantino out! Come sempre gran classe e raffinatezza da Artopia con una mostra "sul tema della traccia e delle impressioni arricchendosi dell’esperienza realizzata nel 2009 presso la residenza giapponese di Onomichi. Infatti l’ importanza simbolica della luce e la registrazione fotografica degli effetti delle radiazioni solari si intreccia in Blu con un elemento di dinamicità maturato all’interno dell’ incontro con un maestro costruttore di origami. Dal bianco e nero evanescente e impalpabile dei lavori precedenti che testimonia il risultato di un accadimento, l’ attenzione di Martina si rivolge ora ad una realtà in divenire, legata al ciclo vitale di distruzione e perpetua rigenerazione delle cose, rappresentandola nel momento di passaggio da uno stato all’altro." (dal comunicato stampa)












mercoledì 23 febbraio 2011

Ieri sera, estratto di Mi Artextil


Luca Matti, Blatte ambulanti, 1995, copertoni
dalla collezione Bertolaso Totaro


Giusy Marchetti, Mi ritorni in mente, 2001,
Fiat 500 F del 1970 ricoperta di fili di lana lavorati all'uncinetto e punto basso



Yasuko Iyanaga, Gift from the sea-air, 2005
dalla collezione Bertolaso Totaro



Tutto ciò alla My Own Gallery di via Tortona, Milano.
Dettagli su Miniartextil, che si tiene tutti gli anni a Como: www.miniartextil.it






martedì 22 febbraio 2011

La mia nuova protetta

Barbara Matilde Aloisio, Copricuore (dalla serie Copriorgani), macramé cotone e lattice, 2003

mercoledì 16 febbraio 2011

Duvier Del Dago, Entelequia, installazione presso Amy d Arte Spazio, Milano, 2011


A proposito di trame e nodi che creano, nell'intersezione dei fili, la realtà che ci circonda...
Piotr Uklański
UNTITLED (TBT)
2010
Colorante reattivo su tessuto di cotone ossidato applicato su tela di cotone
236.7 x 235.5 x 3.3 cm
courtesy Galleria Massimo De Carlo


Visto mamma, che non sono l'unica ad annodare magliette e jeans per poi buttarli in candeggina?!

domenica 13 febbraio 2011






performance Turpiacque

27 novembre 2010




Ricordo ancora le vacanze a Genova, del giugno 1991. Avevo 11 anni e quell’estate non rimase impressa nei miei ricordi per i giochi sulla spiaggia e i bagni nel mare. E’ ancora viva in me l’immagine delle ciabattine di gomma impregnate del petrolio disperso in mare e sulle coste per lo scoppio della petroliera Haven, avvenuto l’11 aprile precedente. Sono sconvolgenti le conseguenze di questi disastri ambientali, come quello del vicinissimo (nel tempo e nello spazio) episodio doloso che ha coinvolto il Lambro, inondato da gasolio e olio combustibile. Sono molti i documentari che mostrano le conseguenze di queste stragi e trovo che le scene con il più forte impatto emotivo siano quelle in cui gli uccelli si aggirano sofferenti impregnati di petrolio. Come già avvenuto con Bird Houses, vorrei mettere in luce nella performance Turpiacque, le similitudini tra uomo e animale, perché, nel rispetto delle reciproche diversità di specie, trovo possano esistere delle affinità.

La performance Turpiacque mette in luce la tensione dell’animale che cerca invano di liberarsi dal petrolio che ha addosso e allo stesso tempo rappresenta le inquietudini umane, l’afflizione e il desiderio di evasione da situazioni che a volte vengono percepite come insormontabili. L’acqua, il cui valore simbolico è legato alla purificazione, viene compromesso. Diventa un luogo di pericolo per le specie animali ad essa legate.


Un progetto di Nila Shabnam Bonetti
Organizzazione Associazione Laboratorio Alchemico
Abito e accessori di Barbara Matilde Aloisio, Elena Salmistraro, Emila Sirakova e Mahboob Zavar
Musiche di Marco Garegnani
Attrici Elena Cattaneo, Jessica Scorza, Claudia Maina, Emila Sirakova e Mahboob Zavar
Trucco Federica Fugazza

performance Sala d'attesa


Dal 20 ottobre al 14 novembre 2010
Biodiversità Mistiche
mostra personale di Miriam Secco
presso l’Acquario Civico di Milano


L’Acquario Civico di Milano è lieto di annunciare Biodiversità Mistiche, mostra personale dell’artista Miriam Secco, a cura di Nila Shabnam Bonetti. La giovane artista si forma tra Milano e Bruxelles dove approfondisce un linguaggio espressivo che si muove con disinvoltura tra metodi di lavorazione antica e artigianale come la tessitura di arazzi, il disegno a china e la cartapesta per le maschere da utilizzare nel corso di azioni artistiche contemporanee come performances e installazioni, volte a stimolare i sensi dei visitatori, coinvolti attivamente ed emotivamente nei suoi lavori. In Belgio l’artista approfondisce la sua ricerca orientandosi verso un approccio antropologico all’arte, rendendo la pratica artistica stessa una forma di ritualizzazione. La scelta del bianco, colore che da anni predomina nelle opere dell’artista, riveste un valore simbolico, permette il compiersi di un rituale purificatorio e di continuo controllo e trasformazione del caos di natura interiore e universale. Il bianco, nella complessità della sua valenza, e il suo opposto, il nero, stimolano una riflessione sul senso della vita e della morte. Queste estreme polarità tireranno le fila del progetto di mostra concepito appositamente per l’Acquario Civico. In tale sede sarà possibile assistere alla performance Sala d’attesa, ospitata nella Sala Vitman nel corso del vernissage, in cui ricorreranno le figure caratteristiche dell’artista, gli uomini con la testa da pesce, presenti anche nelle opere a parete installate nell’area espositiva del piano terra (Do you like apple?, Kosmonavt, Francescani tropicali, Sertralina e Alprazolam, La Tigre Assenza). La maschera fonde l’essenza dell’uomo e dell’animale, nasconde l’identità dell’individuo che partecipa alla natura simbolica del pesce, rivelandone le caratteristiche filtrate attraverso la sua stessa personalità. Sempre durante il vernissage, il giardino d’inverno accoglierà i visitatori della mostra con La Cena Bianca, invitandoli a partecipare attivamente gustando assaggi di cibi bianchi le cui ricette risalgono alla tradizione culinaria cinquecentesca.
L’arte di Miriam Secco porta con sé domande sul senso dell’esistenza, alla riscoperta di una dimensione spirituale troppo spesso soffocata dal consumismo della società occidentale. Per contrastare questo approccio che svaluta il valore delle cose e delle persone, che sollecita allo spreco, all’usa e getta a discapito del pianeta, l’artista sceglie di utilizzare materiale povero e di recupero per la realizzazione dei suoi lavori (fazzoletti di carta, guanti chirurgici, carta e cartone d’imballaggio) con lo scopo di dare nuovi significati agli oggetti, riqualificandone la funzione e dando nuova vita al materiale di scarto. Sempre nel giardino d’inverno, legati al tema del materiale povero, sarà possibile vedere esposti i due arazzi Lacrime e Sangue che ci ricordano l’inscindibile essenza, spirituale e carnale, dell’essere umano.