martedì 10 novembre 2009

io, mio padre e l'ambiente


Valentino Menghi, particolare dell'installazione ReUsa Barcelona, Sala Vincon, Barcellona, 2009



Quando ero bambina i vari temi ecologici (risparmio energetico, reciclo, fai da te, etc.) erano ancora poco sentiti dalla gente comune. Mio padre, vuoi per una sua implicita tirchieria che sfortunatamente da sempre accusiamo in famiglia, era già devoto alla causa. E lo è tutt'ora, orgoglioso per il mio interesse sull'argomento. Intrugli di rifiuti organici per concimare le piante, ossessiva divisione della spazzatura negli appositi cestini differenziati, reinventare la funzione degli oggetti di scarto, spegnere sempre tutte le luci che non servono e le spie in stand-by. Devo dire la verità, io non lo sopportavo. In famiglia lo chiamavamo tutti "maniaco ossessivo compulsivo". Oggi i temi ambientali sono sotto gli occhi e giungono alle orecchie di tutti. Le risorse non sono infinite ed eterne (è sicuramente lo slogan di questo nuovo secolo).
Ci sono due aspetti importanti che vorrei citare in merito. Uno positivo, l'altro negativo.
Quello positivo è che nel Corriere della Sera Magazine (n. 43) si trova un articolo di Cristina Gabetti che introduce il suo libro Occhio allo spreco, appena uscito in libreria, in cui fornisce una serie di suggerimenti per risparmiare e non sprecare. Nell'articolo scrive una cosa solo apparentemente secondaria, a proposito dei cestini della spazzatura: "Se non avete abbastanza spazio sotto il lavandino per i contenitori della raccolta differenziata, createne di piacevoli da lasciare in vista". E' questo il punto. L'aspetto estetico. Perché della spazzatura, dello scarto, vediamo esclusivamente l'aspetto negativo, il residuo di cui sbarazzarci. Mi interesso esattamente di questo seguendo Valentino Menghi: gli scarti possono essere riutilizzati, dandogli una nuova funzione, rendendoli opere d'arte (addirittura!)
Ma un aspetto del ''vivere ecologico'' che trovo davvero fastidioso è questo renderlo un business riservato all'élite. Esempio, Progetto CityLife di Daniel Libeskind nell'area della Fiera City, una nuova, enorme area residenziale super cool che si impegna nella tutela dell'ambiente con edifici classe energetica A. Pubblicizzati nello Spazio CityLife in piazza Cordusio (entrano giusto giovani coppie sul genere la figlia bella di Berlusconi e il giovane brillante imprenditore figlio di brillanti imprenditori). Certo, è il progetto di un architetto vip. Certo, costano certi materiali, i pannelli solarie e tutto il resto. Certo, siamo in centro città. E, visto che siamo in tema (e sono un po' incazzata), vorrei menzionare anche tutti questi supermercati naturali per benestanti sottopeso, super ecologici, sì sì, intanto solo per impacchettare l'intero prodotto commerciale quanto avranno speso? E i detersivi ecologici che costano il triplo (quando si potrebbe farli a casa con alchol, acqua distillata, olio essenziale e poche goccie di detersivo per piatti, of course).
Stona così tanto tutto questo con mio padre che va al lavoro sulla graziella sfasciata dell'Ottantasette, munita di cestino realizzato con una cassetta della frutta colorata...
Non mi dimenticherò mai che il verme (denominato ''lo zio'') nella mela piccola e brutta, fa la mela buona, anzi buonissima!



giovedì 8 ottobre 2009


30 settembre 2009
Milano, piazza Duomo
Di Cielo in Cielo

domenica 27 settembre 2009

too close to heaven


Lavorando a Di Cielo in Cielo, performance

Venerdì ho attaccato le opere (tutte) ai palloncini, per fare delle prove. Già ad agosto mi sono recata nel magazzino del negozio a Trezzano sul Naviglio. La prova di agosto risultò positiva, infatti dava per certo che due fogli a4 in una cartelletta trasparente attaccata a un palloncino di 14 pollici non avrebbero impedito il volo di quest'ultimo. Ma c'è sempre qualche problema, specialmente perché qui si parla di grammi. La prova di due giorni fa mi ha fatto escludere la presenza del foglio di testo con comunicato stampa nella cartelletta. Quindi verrà inserito un piccolissimo biglietto (italiano/inglese) con scritto "Se ricevi questa opera scrivi a info@..." etc.
Per molte opere ci vorrà anche più di un palloncino da 16 pollici.
E' incredibile come, una cosa apparentemente molto semplice, possa complicarsi.
Mercoledì sarò tesa, già lo so. La cosa che più mi spaventa è il tragitto dal negozio di palloncini al Duomo. Fortunatamente il posto è vicinissimo (corso Genova, per intenderci), per cui molti saranno caricati in macchina, gli altri li porteremo a piedi. Esattamente ho il terrore che volino via, che sfuggano (e, sicuro, me lo sognerò nelle prossime notti). Gli oggetti solitamente non scappano e se lo fanno cadono a terra! Questi volano via!
Nel frattempo ho pensato di utilizzare il palloncino rosa per le prove, ormai sgonfio, per creare una Nila fantoccio. Notevole somiglianza direi...

lunedì 21 settembre 2009

riflessione di venerdì 18 sett 09

Ieri sera, dopo l'apertura della mostra di Valerio Adami pressola Fondazione Marconi di Milano, mi sono trovata a discutere con Beli Karanovic di cosa non va oggi nell'arte in Italia. Ho scoperto di non essere l'unica (e non siete gli unici, voi, illuminati lettori) a pensare che il problema sia legato a una mancanza di entusiasmo e di spirito di aggregazione-condivisione da parte dei giovani artisti. E conseguente dittatura dei galleristi che pare impongano LE regole. L'individualismo taglia le gambe all'arte. Un tempo gli artisti comunicavano e collaboravano all'insegna di ideali, oggi pare ci sia insana competizione e devozione verso galleristi purtroppo incompetenti, specialmente quelli che si occupano degli esordienti, impegnati nella ricerca di un'arte mediocre e poco innovativa, con l'biettivo di vendere. E si vende meglio ciò che è più facilmente comprensibile e socialmente (e storicamente) accettato. Coesione, collaborazione, studio, carattere, determinazione, influenza reciproca. Non potete farne a meno, cari, giovani artisti. Imponetevi. Voi e la critica dettate le leggi!
Positivamente impressionata (parliamo di cose recentissime) dall'iniziativa di Elena Rapa e Laura Giardino (e relativi collaboratori) di creare la fanzine Graffa. Non smetterò MAI di credere che la creatività riesca a esprimersi e impressionare anche con pochi, poveri mezzi. Con il culo parato dai soldi del Papi è facile fare arte. Sarebbe importante oggi catalizzare l'attenzione sui VERI artisti, quelli che con carta e penna, in 10 minuti ti mettono davanti un disegno e tu non puoi che reagire con un "WOW" a ciò che ti mostrano.

martedì 15 settembre 2009

il risveglio

Nasce oggi il blog ladra di orchidee di nila shabnam bonetti.

Questo diario terrà aggiornati i lettori sui miei progetti, raccoglierà i miei testi e permetterà ai lettori di accedere al 'dietro le quinte' del mio lavoro di critico d'arte e presidente dell'associazione laboratorio alchemico. Sarà un modo per conoscermi meglio. Non amo formalizzarmi e non amo chi tende a farlo. Questo lavoro, più di altri, richiede sincerità, trasparenza, coerenza e soprattutto libera espressione della propria emotività.
L'obiettivo che cerco di perseguire è quello di risvegliare il senso di meraviglia nelle persone, cercando con tutte le mie forze di contagiare chi mi sta accanto. L'arte, nelle sue molteplici espressioni, ci permette di sopravvivere alle brutture del mondo, è ossigeno per la nostra fantasia.

Perseguire la bellezza è darsi delle regole, la disciplina alimenta la forza interiore.

Respiriamo profondamente.